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Descrizione
La lampada ad arco voltaico è costituita da due bastoncini di carbone affacciati che fungono da elettrodi, la cui distanza l’uno dall’altro è regolabile. Essi sono inseriti in due anelli, i quali fanno parte di un circuito elettrico terminante con due serrafili. Il tutto è protetto da un involucro di due pannelli, che lascia sporgere solo i bastoncini. I fili sono rivestiti da grani di rosario, così da assicurare un buon isolamento.

Funzionamento
Applicando una tensione di 40 ÷ 50 volt, i due bastoncini, posti a contatto, sono percorsi da una corrente continua che, per effetto Joule, produce calore. Aumenta, quindi, la temperatura dei due elettrodi, che arrivano a incandescenza. Quando si allontanano le estremità di alcuni millimetri si ha un brusco riscaldamento del catodo (elettrodo caricato negativamente) cosicché l’energia cinetica degli elettroni di conduzione è sufficiente a far loro abbandonare il catodo e raggiungere l’anodo (elettrodo positivo); si forma così la scarica ad arco che produce un’emissione di vapori incandescenti luminosissimi. A seguito della scarica il catodo si appuntisce mentre sull’anodo si forma una cavità entro cui il gas raggiunge temperature tra 4000°C e 7000°C, come quella della superficie solare.
L’arco elettrico era usato perciò come sorgente di luce bianca nei vecchi proiettori cinematografici (oggi è stato sostituito con altre tecnologie perché spesso causa di incendi) o nella saldatura dei metalli, sfruttando l’elevata temperatura.