INDICE


Descrizione
L’apparecchio è formato da un anello di ferro dolce, su cui sono avvolte dodici bobine ugualmente spaziate fra loro, che costituiscono l’indotto. I terminali delle bobine fanno capo a morsetti posti sulla periferia del disco ed alcuni di essi sono collegati ad altri morsetti di ottone, fissati sul basamento di legno, ed a blocchetti, sempre in ottone, che possono essere messi in contatto fra loro mediante spinotti. E’ quindi possibile realizzare numerosi schemi di collegamento fra le bobine, tra i quali tre rivestono particolare importanza, come descritto nella sezione funzionamento.
L’anello è fissato in posizione verticale su una base isolante, che porta anche i morsetti per realizzare i vari collegamenti. La base sostiene l’asse di rotazione di una elettrocalamita girevole nel piano dell’anello, che costituisce l’induttore e può essere alimentata in corrente continua mediante due contatti posti sull’asse e collegati a morsetti posti sulla base.

Funzionamento
Se si alimenta e si fa ruotare l’induttore, ai capi delle bobine si producono forze elettromotrici (f.e.m.) indotte, dovute alle variazioni di flusso magnetico nell’anello che costituisce il nucleo delle bobine. La f.e.m. prodotta ai morsetti di uscita, variabile nel tempo e periodica con il periodo di rotazione dell’induttore, dipende da come le bobine sono state collegate tra loro.
In un primo schema di collegamento, tutte le bobine sono collegate in serie e la f.e.m. in uscita viene prelevata fra due morsetti diametralmente opposti: si ottiene ai terminali un’unica tensione alternata (detta anche monofase).
Un secondo schema prevede che le bobine siano collegate in modo da formare quattro gruppi di tre bobine consecutive in serie; i terminali di ciascun gruppo sono uniti in modo da formare due sezioni: la prima comprendente il primo ed il terzo gruppo, la seconda comprendente il secondo ed il quarto gruppo; si ottengono così due distinte f.e.m. alternate, sulle due coppie di terminali, sfasate tra loro di un quarto di periodo (90°), e il sistema è detto bifase.
Una terza possibilità si ha collegando tutte le bobine in serie e prelevando la f.e.m. da tre punti posti a 120° fra loro, ottenendo un sistema trifase (a triangolo) in cui le tre tensioni alternate sono sfasate di un terzo di periodo (120°) una dall’altra.